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Nonostante il riconoscimento da parte delle potenze vincitrici, che concessero all'Italia la possibilità di elaborare liberamente la propria Costituzione, l'importanza, la legittimità e la moralità della guerra partigiana sono state presto messe in discussione. I valori espressi dall'antifascismo e dalla Resistenza che permeano la nostra Costituzione sono sempre più spesso considerati - grazie anche a una rappresentazione bonaria di Mussolini e del suo regime - valori non fondanti ma divisivi della nostra collettività. In questo volume, l'autore si propone di recuperare la memoria della violenza fascista riportando le vicende di antifascisti bolognesi morti durante il "ventennio" per le sevizie subite nei luoghi di detenzione nonché le testimonianze di partigiani passati per le camere di tortura operanti in città dopo l'8 settembre 1943. Gran parte dei fascisti riconosciuti responsabili di quelle violenze furono presto liberi per amnistia, altri vissero una tranquilla latitanza grazie a protezioni fornite dagli Alleati o a depistaggi operati da organi dello Stato.